Gli angeli di pietra by Kristina Ohlsson

Gli angeli di pietra by Kristina Ohlsson

autore:Kristina Ohlsson [Ohlsson, Kristina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2019-02-22T22:24:20+00:00


Sedici

Già l’indomani, la nonna stava meglio. Non molto, ma un pochino sì. Mamma e papà ripartirono, Simona invece restò.

«Sicura che non vuoi venire a casa?» chiese la mamma.

«Sicurissima» rispose Simona.

Ma era una bugia: non era proprio del tutto sicura. La nonna continuava a non volere nessun aiuto, a parte quello dei suoi familiari. Ma non era detto che bastasse. Le vacanze di Simona stavano per finire. A quel punto chi si sarebbe occupato della nonna?

«Devi capire che la nonna potrebbe sentirsi molto male da un momento all’altro» disse la mamma. «E in quel caso finirà all’ospedale, che lo voglia o no».

I pensieri rischiavano di far scoppiare la testa a Simona.

Dopo che mamma e papà se ne furono andati, la nonna si addormentò sul divano. Simona le mise addosso una coperta, poi andò al Kringlan. Billie e Aladdin l’aspettavano lì. Erano seduti a un tavolino in un angolo, a bere cioccolata calda.

«Allora, cos’è capitato?» chiese Billie.

Simona esitò. Qual era la prima cosa da raccontare? «Le statue si sono rovesciate» disse infine. «Tutte tranne una».

«Ma allora cosa stiamo qui a fare?» disse Aladdin. «Prendiamo la bici e andiamo a vederle. Subito!» E balzò in piedi.

Ma Billie e Simona non si mossero. Billie guardò Simona. Non c’era quasi nessuno che conoscesse Simona meglio di lei. «Tua nonna come sta?» chiese a bassa voce.

Simona sentì il labbro inferiore tremare. «Piuttosto male, credo» mormorò. Aveva un nodo in gola, che le impediva di deglutire.

«Vedrai che guarirà» la consolò Aladdin. Ma si vedeva lontano un miglio che non ne era poi tanto convinto. Tornò a sedersi.

Billie non disse una parola. Anche lei sembrava avere difficoltà a deglutire.

Simona ripensò a quando si era ammalato il padre di Billie: gli era venuto il mal di schiena, era andato da diversi medici, e nel giro di pochi mesi aveva cominciato a stare malissimo. E Simona aveva detto esattamente la stessa cosa che adesso le aveva detto Aladdin: «Vedrai che guarirà». Ma non era guarito affatto. Era morto ed era stato sepolto. Era venerdì, ma Simona aveva potuto restare a casa da scuola per andare al funerale. Ricordava che era venerdì, perché l’indomani era cominciato il fine settimana, e lei aveva passato tutto il sabato in cameretta a piangere, con il terrore che capitasse qualcosa del genere anche alla sua famiglia.

E ora non ci fu modo di trattenere le lacrime: sgorgarono e basta. Simona le sentì colare lungo le guance e gocciolare sul tavolo. Si mise a piangere anche Billie.

«Ma quindi…» cominciò Aladdin, guardando prima l’una e poi l’altra. Accarezzò piano un braccio di Simona, poi quello di Billie. Aveva un’aria talmente confusa che per poco Simona non scoppiò a ridere.

Billie si asciugò le lacrime. «Non è che non m’importi di tua nonna. Anzi, m’importa eccome. È solo che è bruttissimo vedere che le è venuta la stessa malattia di mio padre. Ecco perché non mi va di parlare del fatto che stia male».

Simona piangeva ancora più di lei. «L’avevo capito, ma va bene così».

«Secondo me guarirà» mormorò Billie. «Guariscono in tanti».



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